È un mercoledì di giugno del
1923. Siamo a Londra nei pressi di Westminster, dove la signora Dalloway abita
col marito. I preparativi per la festa sono già iniziati. Come per ogni
ricevimento che si rispetti sono necessari dei fiori per abbellire la casa, e
così Clarissa Dalloway parte per il suo piccolo tour tra le strade di Londra.
Mentre cammina, la sua mente ripercorre gli anni della sua gioventù e i volti
che ha conosciuto nelle estati passate alla villa di Bourton. Clarissa
incontrerà nuovamente questi volti durante la sua giornata; primo tra tutti
Peter Walsh, il ragazzo del quale era innamorata, ma che rifiutò per sposare
Richard Dalloway, uomo politico impegnato, che le avrebbe garantito una vita
migliore nella Londra bene. La seconda persona che rivedrà a distanza di anni
grazie alla festa è Sally Seton, la ragazza con cui ha condiviso le prime
esperienze amorose durante le stesse estati a Bourton.
Alla giornata di Clarissa si
affianca quella di Septimus Warren Smith e di sua moglie Rezia che passeggiano
per la città, e per un breve istante incrociano lo sguardo della signora
Dalloway. Septimuis è un giovane reduce traumatizzato dalla morte di un
compagno d’armi, e dalla perdita di ogni pace interiore.
Septimuis e Clarissa
comunicano senza parlarsi, semplicemente incrociando gli stessi luoghi della
città, e interagendo con le stesse persone, come succede con il dottor
Bradshaw, che proprio quel pomeriggio decide di prendere in cura Septimius. Lo
psichiatra sarà colui che riporterà Clarissa a incrociare la vita di Septimus
alla sua festa,turbandola parlando del suicidio del reduce.
Il racconto si
conclude con la signora Dalloway alla finestra di una stanza della sua casa che
riflette sulla morte e sulla banalità della vita mondana che sta conducendo.
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